Teatro della Limonaia
15, 16, 17 ottobre ore 20.30
Intercity
4:48 PSICOSI
di Sarah Kane
disegnato e diretto da Dimitri Milopulos
con Valentina Banci, Teresa Fallai, Sonia Remorini
musiche originali Marco Baraldi
traduzione Barbara Nativi rivista da Dimitri Milopulos
soprano Francesca Maionchi
assistente alle musiche Federico Ciompi
effetti sonori Vanni Cassori
sartoria Silvana Castaldi
Psicosi è un testo frainteso. Non è un monologo al femminile ma un’opera monologante, “una sinfonia per uno strumento solo”: sono tante le voci che lo compongono e sono migliaia le possibilità che implica.
Psicosi è noto come “note per un suicidio” ed è vero che racconta di questo, ma è anche un omaggio alla vita, e al vivere sani di mente. Un modo di affrontare il teatro che solo Sarah riusciva a dominare alla perfezione. In un’intervista durante il Festival Intercity London II nel 1997 e parlando di Blasted disse: “Per me la funzione del teatro è quella di farci sperimentare una cosa attraverso l’arte in modo che non abbiamo la necessità di sperimentarla effettivamente nella vita reale. Se sperimentiamo in teatro quello che significa commettere un atto di violenza estremo, magari ne possiamo provare una repulsione tale da impedirci di andare poi a commettere un atto di violenza estremo fuori nelle strade. Io credo che la gente possa cambiare, e credo che sia possibile, per noi come specie, cambiare il nostro futuro, ed è per questo che scrivo quello che scrivo.” Stessa cosa con Psicosi. Mostrare la tragicità della vita così come la viviamo oggi attraverso la nostra follia e questa grande voglia (Crave) di connettere anima e corpo – unica possibilità di salvezza. Ė la nostra difficoltà nel farlo che ci spinge al suicidio. E magari se riusciamo a provare repulsione per tale scelta vedendo il lavoro di Sarah, se arriviamo a capire Lei, forse riusciremo a vedere la nostra vita e nostra esistenza con occhi diversi. “Cercando di lasciare un segno più duraturo del mio”. Un testo sulla speranza, quindi.
Psicosi è un vortice. Ogni parola, ogni frase, ogni paragrafo è un concentrato di significati e di rimandi. Un susseguirsi di orgasmi di linguaggi e di sensi. Tutto è estremamente e minuziosamente collegato. Niente è lasciato al caso. Sarah ha impiegato un anno a scriverlo. E poi se ne andata. Per citare il suo illustre collega greco Dimitri Dimitriadis “quando il corpo non riusciva più a sopportare il peso dell’altro corpo, quello dalle mille teste, insaziabile, singolare, anarchico, immortale che si dibatte in ogni corpo che ha pulsioni stravaganti e crudeli”.
Psicosi è il risultato di uno studio dell’animo umano, di una ricerca che ha portato Sarah oltre Crave (lavoro molto collegato a quest’ultimo). La ricerca di un linguaggio poetico teatrale senza precedenti, che conferma ancora una volta il grande talento della sua creatrice.
D.M.
Sarah Kane (1971 – 1999) ha debuttato nel 1994 con la trilogia di monologhi Sick; nel 1995 il suo Blasted al Royal Court di Londra fu accolto da reazioni estreme e contrastanti. In seguito ha scritto Phaedra’s love, Cleansed, Crave, 4:48 Psicosi e la sceneggiatura di Skin, cortometraggio diretto da Vincent O’Connell. Ha firmato due regie al Gate Theatre: Phaedra’s love e Woyzeck di Georg Büchner. A seguito della sua tragica scomparsa nel 1999, 4:48 Psychosis è stato rappresentato postumo al Royal Court Theatre nel giugno 2000 (regia di James Macdonald). In Italia è stata introdotta per la prima volta al Festival Intercity nel 1997 con Blasted, per la regia di Barbara Nativi.
Dimitri Milopulos, regista, scenografo, costumista, autore, attore, grafico. Nel 1988 crea insieme a Barbara Nativi e altri collaboratori il Teatro della Limonaia e il Festival Intercity di cui è direttore artistico dal 2005. Dirige – oltre ai propri – testi di Sarah Kane, Oscar Wilde, Virginie Thirion, Michel Tremblay, David Ireland, Barbara Nativi, Arkàs, Dimitri Dimitriadis, Wajdi Mouawad e firma le scene di più di 60 produzioni su testi di autori come Sarah Kane, Jon Fosse, Jean-Luc Lagarce, Sergi Belbel, Barbara Nativi, Michel Tremblay, Martin Crimp, Michel Marc Bouchard.