Intercity Winter 2019
22, 23, 24 febbraio ore 21 (pubblico limitato – prenotazione consigliata)
INSONNIA
dalle opere di Marina Cvetaeva
di e con Valentina Banci
Entrare dentro l’anima e l’opera di Marina Cvetaeva è come viaggiare in un continente senza confini. Terrorizzata dalla sua vastità ho capito presto che potevo tentare di parlare di lei solo servendomi dell’impossibilità di farlo, abbandonandomi alle sue suggestioni senza cercare di seguire un discorso intellettuale. In tutti i lunghi quindici mesi di lavoro alla drammaturgia è stato come viaggiare sempre sulle montagne russe, seguendo lo scartare improvviso del suo sentire; sempre contro, sempre libero, imprevedibile e totale, come la sua vita.
C’è una donna in un luogo semi-buio e misterioso, il pubblico è così vicino a lei da poterla toccare con una mano, da sentirne il battito del cuore, il respiro. No, il pubblico non esiste, la donna e chi ascolta sono una cosa unica, un solo essere. La donna non dorme, non vuole dormire. E per combattere contro il sonno si aggrapperà alle parole delle sue poesie, come ad una zattera in un mare in tempesta, come all’ultima possibilità. Ribaltando ogni linearità drammaturgica si inizia così proprio dall’epilogo per finire con un prologo in prosa che rimetterà insieme tutti i frammenti della prima parte per parlarci di una vita, la vita della donna.
La donna è Marina Cvetaeva, una delle voci più potenti della poesia del ‘900, morta suicida dopo una vita durissima che non le ha risparmiato niente: dagli anni bui della Rivoluzione Russa quando la fame e la miseria portano via la sua secondogenita di soli due anni e mezzo, agli anni in cui ha vagato da intellettuale, dissidente per mezza Europa ancora nella miseria più nera, fino al suo ritorno nella Russia stalinista, quando la figlia ed il marito furono arrestati e lei rimase sola e senza aiuto con il figlio minore senza poterli rivedere mai più, così che arrendersi non le parve l’unica possibilità e si tolse la vita impiccandosi.
Questa donna forte malgrado tutto e geniale e libera ci viene a raccontare la solitudine dell’artista in un mondo che non può, che non vuole comprenderlo. Un essere trasparente nell’atto disperato di non cedere al buio, ci sussurrerà dell’impossibilità di vivere dentro la propria “moltitudine insaziabile“ carichi di un talento che l’esistenza non può contenere e della violenza di una società che non vuole e non può riconoscere il vivere di poesia e il pensiero libero.