Teatro della Limonaia – 30 settembre ore 15.30 RIMANDATO
Intercity
INCONTRO INTERNAZIONALE
Domenica 30 settembre, prima della terza replica di Psicosi 4:48, il palcoscenico della Limonaia ospiterà un Incontro internazionale che vedrà riuniti Vicky Featherstone (regista, direttrice artistica del Royal Court Theatre di Londra), Elyse Dodgson (Internatonal Department del Royal Court Theatre di Londra), Monica Nappo (attrice, regista), Letizia Russo (autrice), Gian Maria Cervo (drammaturgo, traduttore, direttore artistico Quartieri dell’arte di Viterbo), Andrea Peghinelli (Sapienza – Università di Roma), Sara Soncini (Università di Pisa) e Dimitri Milopulos (regista, scenografo, direttore artistico di Intercity) per una riflessione pubblica su come questo prezioso bagaglio artistico che Sarah ci ha lasciato abbia cambiato il mondo teatrale contemporaneo, sia quello britannico sia quello internazionale. Due ore di testimonianze, opinioni e riflessioni artistiche in un momento in cui la burocrazia sta soffocando prepotentemente il nostro lavoro di teatranti.
A completare il programma l’esposizione dei modellini di scena originali di Dimitri Milopulos per le messe in scena dirette da Barbara Nativi di Blasted e di Crave; la proiezione dei video di Blasted e di Crave nel loro debutto italiano e infine la proiezione di Skin, unica opera cinematografica di Sarah Kane.
ATTENZIONE
L’incontro internazionale previsto per domenica 30 settembre alle ore 15.30 è stato annullato a causa di un grave lutto che impedirà alle ospiti inglesi di essere presenti. La direzione artistica del Festival ha scelto di rimandare l’incontro in data da definirsi, all’interno del programma di Intercity Winter 2019.
CHI HA PAURA DI SARAH KANE? 20 ANNI DOPO
Il progetto CHI HA PAURA DI SARAH KANE? 20 ANNI DOPO nasce dall’omonimo progetto che Intercity propose nel 2000, all’interno di Intercity Berlin, e dalla volontà della direzione artistica del Festival di rendere omaggio ad una delle più grandi autrici degli ultimi tempi che con il suo lavoro artistico, e il suo talento più unico che raro, ha dato una svolta importante al mondo della drammaturgia contemporanea a livello globale. Sono passati quasi 20 anni da quell’infausto giorno (19 febbraio 1999) in cui il mondo si è visto privare per mano propria del suo talento unico. Il Festival Intercity ha fatto conoscere in Italia per la prima volta Sarah Kane, reduce da poco dal suo tormentato debutto di Blasted al Royal Court Theatre di Londra, traducendo i suoi testi, mettendo in scena in prima nazionale prima Blasted e poi Crave, organizzando convegni e pubblicazioni e infine ritirando il premio UBU a suo nome per Crave nel 2002.
Sarah è arrivata come una voce suprema a rinforzare, confermare e proiettare nel futuro un’ondata culturale importante, che stava avendo luogo nell’Inghilterra della metà degli anni 90, composta da una serie di autori e artisti della scena che successivamente sono stati battezzati “i nuovi arrabbiati”, e che Intercity ha fatto conoscere per la prima volta anche in Italia. Ma allo stesso tempo ha proiettato nel futuro, io credo senza nemmeno rendersene davvero conto, un bagaglio artistico, il suo, di una potenza espressiva e di un valore unico, destinato a smuovere e far tremare dalle fondamenta il teatro arrugginito che regnava e in parte continua a regnare, nelle nostre pigre e ragnatelose sale teatrali. 20 anni sono passati e i suoi testi continuano ad essere attuali e a parlare con il pubblico con la stessa intensità di allora.
D.M.
Venerdì 28 settembre
ore 20.45 – inaugurazione Festival con la mostra fotografica e l’esposizione dei modellini di scena
ore 21.00 – Psicosi 4:48
a seguire proiezione nel Foyer del teatro di Blasted per la regia di Barbara Nativi
Sabato 29 settembre
ore 21.00 – Psicosi 4:48
a seguire proiezione nel Foyer del teatro di Crave per la regia di Barbara Nativi
Domenica 30 settembre
ore 15.30 – Incontro internazionale
ore 21.00 – Psicosi 4:48
a seguire proiezione nel Foyer del teatro di Skin di Sarah Kane, regia Vincent O’Connell, Tapson/Steel Films per Channel 4 – British Screen, 1998, dur. 13.20