Teatro della Limonaia – 28, 29, 30 settembre ore 21 – Prima nazionale
Intercity
PSICOSI 4:48
di Sarah Kane – diretto da Dimitri Milopulos – musiche originali Marco Baraldi – con Valentina Banci, Teresa Fallai, Sonia Remorini – traduzione Barbara Nativi rivista da Dimitri Milopulos – aiuto regia Fabio Magnani – soprano Francesca Maionchi – assistente alle musiche Federico Ciompi – effetti sonori Vanni Cassori – sartoria Silvana Castaldi
Dopo aver conosciuto Sarah sia personalmente sia artisticamente durante Intercity London nella metà degli anni 90, e dopo aver subìto la terribile notizia della sua scomparsa qualche anno dopo, ho avuto la fortuna di poter assistere alla prima versione di 4:48 Psychosis al Royal Court di Londra. Una volta uscito dissi a Barbara Nativi (eravamo lì insieme) che non volevo più né leggerlo né tanto meno vederlo, mai più in vita mia. Tanto bello era il lavoro che James McDonald aveva fatto per omaggiare l’artista e amica, che avevo deciso di tenerlo così nella mia mente per sempre. Un ricordo prezioso, come il ricordo di Sarah stessa.
Ma come si sa, “per sempre non esiste”. Ed eccomi qui oggi, ad anni e anni di distanza – una vita direi – da quegli avvenimenti lontani e sperduti nella memoria, che, per ricordare Sarah e questi 20 anni che ci separano dalla sua perdita, ho scelto proprio Psicosi, il suo testamento. E ho scoperto che è bellissimo innamorarsi di nuovo di qualcosa che amavi già. Ma questa volta questo innamoramento si porta addosso 20 anni di esperienze umane e artistiche e di maturità in più. Quindi un punto di vista nuovo su un testo giovane di 20 anni.
Parlando del testo e del lavoro ci sono una serie di cose fondamentali da tenere presenti.
Psicosi è un testo frainteso. Non è un monologo al femminile ma un’opera monologante, “una sinfonia per uno strumento solo”: sono tante le voci che lo compongono e sono migliaia le possibilità che implica.
Psicosi è noto come “note per un suicidio” ed è vero che racconta di questo, ma è anche un omaggio alla vita, e al vivere sani di mente. Un modo di affrontare il teatro che solo Sarah riusciva a dominare alla perfezione. In un’intervista durante Intercity London II nel 1997 e parlando di Blasted disse: “Per me la funzione del teatro è quella di farci sperimentare una cosa attraverso l’arte in modo che non abbiamo la necessità di sperimentarla effettivamente nella vita reale. Se sperimentiamo in teatro quello che significa commettere un atto di violenza estremo, magari ne possiamo provare una repulsione tale da impedirci di andare poi a commettere un atto di violenza estremo fuori nelle strade. Io credo che la gente possa cambiare, e credo che sia possibile, per noi come specie, cambiare il nostro futuro, ed è per questo che scrivo quello che scrivo.” Stessa cosa con Psicosi. Mostrare la tragicità della vita così come la viviamo oggi attraverso la nostra follia e questa grande voglia (Crave) di connettere anima e corpo – unica possibilità di salvezza. Ė la nostra difficoltà nel farlo che ci spinge al suicidio. E magari se riusciamo a provare repulsione per tale scelta vedendo il lavoro di Sarah, se arriviamo a capire Lei, forse riusciremo a vedere la nostra vita e nostra esistenza sotto occhi diversi. “Cercando di lasciare un segno più duraturo del mio”. Un testo sulla speranza, quindi.
Psicosi è un vortice. Ogni parola, ogni frase, ogni paragrafo è un concentrato di significati e di rimandi. Un susseguirsi di orgasmi di linguaggi e di sensi. Tutto è estremamente e minuziosamente collegato. Niente è lasciato al caso. Sarah ha impiegato un anno a scriverlo. E poi se ne andata. Per citare il suo illustre collega greco Dimitri Dimitriadis “quando il corpo non riusciva più a sopportare il peso dell’altro corpo, quello dalle mille teste, insaziabile, singolare, anarchico, immortale che si dibatte in ogni corpo che ha pulsioni stravaganti e crudeli”.
Psicosi è il risultato di uno studio dell’animo umano, di una ricerca che ha portato Sarah oltre Crave (lavoro molto collegato a quest’ultimo). La ricerca di un linguaggio poetico teatrale senza precedenti, che conferma ancora una volta il grande talento della sua creatrice. Spero solo di riuscire – grazie ad un team artistico di enorme valore, grazie a Marco, a Teresa, a Valentina e a Sonia – a renderle giustizia sul palco.
“per favore aprite le tende”
D.M.
Sarah Kane (1971 – 1999). Ha debuttato nel 1994 con la trilogia di monologhi Sick; nel 1995 il suo Blasted, (regia di James Macdonald) al Royal Court di Londra, fu accolto da reazioni estreme e contrastanti. In seguito ha scritto Phaedra’s love (Londra, Gate Theatre, 1996), Cleansed (regia di Peter Zadek, Amburgo, Schauspielhaus, 1998) e Crave (regia di Vicky Featherstone, Londra, Chelsea Theatre), e la sceneggiatura di Skin, cortometraggio diretto da Vincent O’Connell e prodotto da Channel 4. Kane ha firmato due regie al Gate Theatre: Phaedra’s love e Woyzeck di Georg Büchner. A seguito della sua tragica scomparsa nel febbraio 1999, il suo ultimo lavoro 4:48 Psychosis è stato rappresentato postumo al Royal Court Theatre nel giugno 2000 (regia di James Macdonald). In Italia la sua opera è stata introdotta per la prima volta al Festival Intercity di Sesto Fiorentino nel 1997 con Blasted, per la regia di Barbara Nativi.
Dimitri Milopulos regista, scenografo, costumista, autore, attore, grafico. Nel 1988 fonda insieme a Barbara Nativi e altri collaboratori il Teatro della Limonaia e il Festival Intercity di cui è direttore artistico dal 2005. Dirige – oltre ai propri – testi di Barbara Nativi, David Ireland, Gaspare Baglio, Dimitri Dimitriadis, Letizia Russo e firma le scene di più di 50 produzioni su testi di autori come Sarah Kane, Jon Fosse, Jean-Luc Lagarce, Sergi Belbel, Barbara Nativi, Michel Tremblay, Martin Crimp, Michel Marc Bouchard, collaborando con registi come: Barbara Nativi, Irene Aho, Jon Tombre, Rickard Günther, Roxana Silbert, Dominic Dromgoole, David Ferry, Runar Hodne.
Marco Baraldi pianista e docente per quarant’anni all’Istituto Superiore di studi musicali di Livorno, si è sempre dedicato anche alla composizione firmando le musiche di scena per molti spettacoli diretti da Barbara Nativi, Angelo Savelli, Andrea Bendini e altri registi italiani e stranieri. Ha collaborato con Ugo Chiti realizzando la colonna sonora per il film Albergo Roma, composto le musiche per un balletto commissionato dalla Biennale di Venezia e pubblicato per la Harpers & Collins di Londra una serie di audio su testi di Magdalen Nabb.