CORTILE DELLA BIBLIOTECA E. RAGIONIERI DI SESTO F.NO
VENERDI’ 20 LUGLIO ORE 21.15
INGRESSO INTERO € 8,00 – RIDOTTO € 5,00
una produzione
Associazione Culturale Teatro Della Limonaia e Estate Fiorentina 2018
in collaborazione con Le Murate – Progetti Arte Contemporanea e Florence Queer Festival
DAL PROFONDO DEL MIO CUORE
da DE PROFUNDIS
di Oscar Wilde
con Lorenzo Terenzi
adattamento, scene e regia Dimitri Milopulos
musiche originali Marco Baraldi
(pianoforte Marco Baraldi, violino Sofia Astarita, mixaggio Federico Ciompi)
aiuto regia Laura Agostini
responsabile tecnico Amedeo Borelli
organizzazione Franca Sisti
amministrazione Rugiada Cogotti
ufficio stampa Bruno Casini
INGRESSO GRATUITO. Posti limitati, prenotazione consigliata al +39 346 0384884. Attenzione: non si accettano prenotazioni effettuate su altri numeri o online.
Si dice “l’amore è cieco”. Nulla di più vero. Così Oscar Wilde, uomo forte ma anche fragile, grande letterato e grande frequentatore e animatore dei salotti borghesi di Londra – ma anche di altri salotti dove troneggia il piacere e la lussuria – si innamora di Lord Alfred Douglas, detto Bosie.
L’incontro sarà fatale. Porterà Oscar alla condanna a due anni di lavori forzati per sodomia e all’incarcerazione. I suoi libri furono ritirati dalle librerie, si abbassò il sipario sui suoi spettacoli, i suoi beni furono venduti all’asta, i figli gli furono sottratti. Il poeta fu umiliato pubblicamente, distrutto psicologicamente e socialmente, allontanato dalla società, abbandonato, completamente rovinato. Tutto questo per l’amore verso un altro uomo, deplorevolmente chiamato “sodomia”.
Si può castigare la carne ma non lo spirito.
In carcere la mente del poeta e dell’uomo non si spegne. Passarono quasi due anni di carcere duro tra salute precaria e condizioni disumane finche negli ultimi mesi gli fu finalmente permesso di leggere e di scrivere. Oscar ricevette dei fogli di carta, uno alla volta, che una volta riempiti gli venivano ritirati.
Lì, nella sua cella, solo, isolato, allontanato da tutto quello che aveva amato, distrutto, rovinato ma allo stesso tempo lucido e tagliente come la lama di un coltello scrive Epistola: In Carcere et Vinculis successivamente chiamato De Profundis.
La lettera forse più lunga della storia, indirizzata a Bosie, nella quale il poeta attraversa la loro storia, attacca l’amante, se stesso, tira le somme, consiglia, rimpiange, si strazia, si libera; un’apologia dell’amore che tutto innalza e tutto distrugge.
A queste pagine di letteratura e di umanità (che sono state rese pubbliche integralmente solo nel 1962) è ispirato Dal profondo del mio cuore. L’idea è quella di entrare a spiare in punta di piedi l’intimità di un uomo, nel momento della più grande delle sue sofferenze, quella dell’ amore “che non riesce a pronunciare il suo nome”, e della sconfitta nell’assordante isolamento della sua cella.
Eppure ogni uomo uccide la cosa che ama…
Alcuni lo fanno con uno sguardo amaro…
Alcuni uccidono il loro amore da giovani, e altri da vecchi…
Alcuni amano troppo poco, altri troppo a lungo…
(da “Ballata del Carcere di Reading”)
Sono passati 120 anni da quell’infausto periodo ma oggi come allora viviamo in una società che etichetta, giudica, si professa “moderna” e libera ma ancora oggi libera non è. Siamo tutti imprigionati all’interno di gabbie mentali di diversità, di paura, di pregiudizio. Siamo vittime di amori “sbagliati” che ci risucchiano l’anima, ci annullano, ci portano all’autodistruzione.
Le emozioni di Oscar Wilde durante la prigionia in cella e durante la prigionia in libertà – quando era fuori dal carcere ma comunque ingabbiato nel giudizio della società – sono le stesse emozioni che tante persone vivono oggi, perché etichettate e rifiutate dal mondo che le circonda..
D. M.